Cenerentola

Questa e' la storia di Cenerentola. Viveva lontano lontano, tanto tempo fa ed era la fanciulla piu' laboriosa del Paese, infatti non aveva mai un attimo di pace:
"Lava i piatti!"
"Si', madre".
"Spazza il pavimento!"
"Si', madre".
"Rifai i letti e vai a prendere l'acqua, accendi il fuoco e preparaci qualcosa da mangiare!"
"Si', madre. Certo, madre." Ma non era la vera mamma di Cenerentola a darle tutti questi ordini. La sua mamma era morta quando lei era piccola e, dopo un po' di tempo, suo padre si era risposato. La sua nuova moglie era una donna davvero scontrosa e le due figlie che ella aveva portato con se' erano le persone piu' antipatiche che potreste mai incontrare. La mattina rimanevano a letto fino a tardi, erano pigrissime e pretendevano che Cenerentola facesse tutti i lavori domestici, senza rivolgerle mai una parola o un pensiero gentile.
"Riordinami la camera!"
"Tagliami le unghie dei piedi!"
"Spazza via la cenere e portaci qualcosa da mangiare!"
E proprio perche' non doveva solo spazzare la cenere dall'angolo del camino, ma doveva anche dormirci, la chiamavano Cenerentola.
Un giorno, giunse la voce che il figlio del re avrebbe dato un ballo, una meravigliosa festa con musica e danze. Tutta la famiglia fu invitata a partecipare e le due sorelle erano fuori di se' dall'eccitazione.
"Ballero' con il principe - diceva la sorella racchia - che si innamorera' perdutamente di me!"
"No, ballera' con me e con nessun'altra! - ribatteva la sorella tonta - E alla fine della serata si inginocchiera' ai miei piedi e mi chiedera' di sposarlo!"
Nelle due settimane successive, trascorsero tutto il tempo ad agghindarsi, affannandosi a scegliere gli abiti.
"Stira il mio vestito!"
"Lucidami le scarpe!"
"Rammendami l'orlo!"
"Aiutami a truccarmi!"
La piccolapovera Cenerentola passo' le giornate a servirle, facendo tutto il possibile per trasformare la sorellastra racchia e la sorellastra tonta in due bellissime creature. "Suppongo tu sia amareggiata, Cenerentola, - le disse un pomeriggio la sorella tonta, ammirandosi nello specchio mentre si faceva pettinare i capelli - dato che non puoi venire con noi".
"Oh, vorrei tanto venirci, - rispose la fanciulla, - ma c'e' troppo lavoro da fare, qui." "Certo che ce n'e'! - sbraito l'altra - E poi saremmo lo zimbello di tutti se la piccola, sgraziata Cenerentola venisse con noi piena di polvere e sporcizia!" La cosa fini li', non venne piu' detta una parola a riguardo. La sera del ballo Cenerentola le aiuto' a vestirsi, raccolse loro i capelli e fece tutto quello che poteva per rendere le sue sorelle graziose. Solo quando se ne furono andate e la casa vuota, la povera fanciulla scoppio' in un pianto dirotto.
"Se solo potessi..."
Ed ecco che, con suo grande stupore, accanto a lei apparve la sua fata madrina.
"Cosa desideri, mia fanciulla dal cuore gentile?" domando' la buffa donnina con le stelle sul capo e una bacchetta magica in mano.
"Vorrei... - inizio' Cenerentola - Oh, vorrei..."
"... andare al ballo?" - indovin' la fata.
E Cenerentola fece timidamente cenno di si'. "Ebbene, perche' non dovresti? - dichiaro' la fata - Non e' giusto che la tua matrigna e le sue figlie non ti permettano mai di uscire, dato che sei piu' gentile, piu' dolce e carina di quanto possano esserlo loro tre messe insieme! Ora va, e portami una zucca, tesero, e vedremo cosa si puo' fare".
Cenerentola usci' in giardino e raccolse la zucca piu' grande che trovo', sebbene non sapesse a cosa potesse servire una zucca, al ballo. La fatina madrina scavo' l'interno della zucca lasciandone solo la scorza.
Poi la tocco' con la sua bacchetta magica e in un attimo la trasformo' nella carrozza d'oro piu' raffinata che si fosse mai vista, tutta foderata di raso rosa.
"Ci sono dei topi in casa?" chiese la donnina. Cenerentola allora ando' a cercare nel granaio, dove trovo' sei piccoli topolini. La ragazza riusci' in qualche modo ad acchiapparli e li porto' alla fata madrina che li tocco' ad uno ad uno con la sua bacchetta: in men che non si dica li tramuto' in sei bellissimi cavalli: "Hai un ratto, per caso?" domando' la fata. Cenerentola scese in cantina e torno' tenendo per la coda un grosso ratto. E voila'! Ecco un distinto cocchiere con il piu' bel paio di baffi che si fosse mai visto.
"Ora vai e vedi quello che riesci a trovare sotto l'acquaio!" le ordino' la fata buona. Cenerentola ando' a vedere e trovo' sei viscide lucertole che la magica donnina trasformo' all'istante in un seguito di eleganti lacche'! "Ora salta su e sarai subito al ballo!" disse alla fanciulla. "Oh, grazie! - esclamo' Cenerentola, guardandosi attorno - E' tutto cosi' bello!" Ma poi guardo' i cenci che indossava. "Tutto tranne me"
"Oh, ma tu sei incantevole! - affermo' la fata toccandola con la bacchetta - e indosserai dei vestiti pari alla tua bellezza: sei la faciulla piu' gentile, dolce ed educata di tutto il Paese e se il figlio del re non si accorgera' di te, beh, allora e' cieco come una talpa!" Gli abiti di Cenerentola si tramutarono aal'istante: il vestito da ballo era di seta con parti in oro e argento. Completava il tutto una parure magnifica di gioielli e delle scarpette di cristallo. "Adesso, Cenerentola, puoi andare al ballo, ma ci sono due cose che devi promettermi - disse la fata madrina, baciandole la guancia - La prima e' di passare una meravigliosa serata..."
"E l'altra?" chiese Cenerentola sorridendo.
"La seconda e' di lascaire il palazzo prima che scocchi il dodicesimo rintocco della mezzanotte o l'incantesimo svanira' e tutto sara' perduto!"
Cenerentola promise, slto' sulla carrozza e i sei bellissimi cavalli trottarono alla volta del ballo.
"Chi sara' mai?" si domandarono tutti alla vista della carrozza e dei suoi splendidi cavalli.
"Oh, chi sara' mai?" ripeterono quando Cenerentola scese dalla carrozza, affascinante e radiosa. Le danze si fermarono e persino i musicisti posarono a terra i loro strumenti per poter meglio osservare la misteriosa e stupenda forestiera che stava facendo il suo ingresso. Il principe si avvicino' per vedere cosa avesse causato tutto quel trambusto e, affascinato dalla bellezza di Cenerentola, si avvicino' a lei e le chiese di ballare. Cenerentola danzo' con il principe tutta la sera, ma il tempo passo' in un batter d'occhio. Solo quando scocco' il primo dei dodici rintocchi della mezzanotte la ragazza si ricordo' del monito della fata madrina. Si svincolo' allora dalla presa del principe, corse alla carrozza e se ne ando'. Non appena giunta a casa il meraviglioso abito si trasformo' per incanto nei suoi soliti cenci. Sedeva nell'angolo vicino al fuoco, sfregandosi gli occhi e fingendosi esausta per i lavori domestici di cui si era occupata, quando le due sorellastre arrivarono a grandi passi. "Non puoi immaginare che favola sia stato il ballo! - esclamo' la sorella tonta - C'erano proprio tutti quelli che contano!". "E, non indovinerai mai, il figlio del re ha dichiarato che ci sara' un altro ballo, domani sra! - annuncio' la sorella racchia - Naturalmente siamo state invitate anche a quello!"
Quindi, sbadigliando, andarono verso le loro stanze, togliendosi i vestiti e lasciandoli cadere a terra. Naturalmente non toccava a loro raccoglieli, lavarli o stirarli. A questo pensava la povera Cenerentola. Il principe, vedete, si era perdutamente innamorato della misteriosa forestiera. Era fuori di se' perche' se n'era andata cosi', senza nemmeno dirgli il suo nome, e per questo aveva deciso di organizzare un altro ballo, la sera successiva, nella speranza che l'amata ritornasse.
Cenerentola trascorse tutto il giorn seguente facendo del suo meglio per rendere graziose le sue ingrate sorellastre degne dell'attenzione del principe. Quando finalmente riusci' a spedirle al ballo, ecco riapparire di nuovo la fata madrina che, in un attimo, la forni' di tutto quello di cui aveva bisogno per fare un ingresso ancora piu' spettacolare.
Il principe attendeva sul viale d'accesso l'arrivo della sua carrozza. Le porse la mano per aiutarla a scendere e non la lascio' andare per tutta la serata.
Trascorsero insieme una notte meravigliosa, ballando sempre.
Anche Cenerentola, ormai, ricambiava allo stesso modo l'amore del principe. Di nuovo era cosi' assorta ed eccitata che si dimentico' completamente di tenere d'occhio l'ra e solo all'udire del primo rintocco della mezzanotte risuonare nella sala, si ricordo' della promessa fatta alla madrina.
Si divincolo' dalla presa del principe, corse in un lampo verso la carrozza, ma fece cosi' alla svelta che inciampo' sui gradini e, cadendo, perse una delle sue scarpette di cristallo. Rialzatasi, Cenerentola fece poi un balzo per salire sulla carrozza, ma quando ci arrivo', stava scoccando l'ultimo rintosso e, improvvisamente, la carrozza ridivento' una zucca, i cavalli dei topi, il cocchiere un ratto, i lacche' delle lucertole e i suoi vestiti dei semplici stracci. Con un grido d'orrore, Cenerentola sguscio' nell'oscurita' e si mise a correre per essere sicura di giungere a casa prima delle sorelle. Quando arrivo' era esausta, logora e infreddolita'. Tutto quello che le era rimasto come ricordo di quella meravigliosa serata era una scarpetta di cristallo che, per qualche strana ragione, non era scomparsa quando l'incantesimo era sparito. "Com'era il ballo?" chiese alle sorelle, quando rincasarono. "Maginifico! - disse la prima - Il principe mi ha persino sorriso!" "Oh, aveva un sorriso che gli andava da una parte all'altra del viso, certo - disse la seconda in tono di scherno - ma non stava sorridendo a te, stupida oca. Lo faceva semplicemente perche' era di nuovo tra le braccia di quella donna!"
"Quale donna?" domando' interessata Cenerentola.
"Oh, quella di ieri. Una certa Principessa di un Paese straniero. Nessuno sa chi sia, ma, certamente, ha conquistato il suo cuore. Ho cercato di catturare il suo sguardo tutta la sera, ma lui aveva occhi solo per lei".
"Udite! Udite!" Era ancora mattina presto, quando il messaggero del re inizio' a girare per la citta' richiamando l'attenzione dei sudditi.
"Il principe ha trovata una scarpetta di cristallo e ha dichiarato solennemente che sposera' la donna alla quale calzera' a pennello!"
La sorella racchiam quella tonta e anche la scontrosa matrigna saltarono giu' dal letto e si accodarono alla fila di tutte coloro che volevano provare la scarpetta di cristallo di Cenerentola. Ma, nonostante tirassero e spingessero con tutte le sue forze, le sorelle non riuscirono a calzare la scarpetta, troppo piccola per i loro piedioni. "Forse a me andra' bene" suggeri' Cenerentola, arrivando trafelata. "non essere ridicola- sibilarono le sorellastre, furiose per la sua presenza - Quella scarpetta appartiene alla magnifica principessa del ballo e non ad una ragazzina spettinata e piena di cenere! Torna a casa a finire i tuoi lavori domestici, villana, e non metterci in imbarazzo qui di fronte al principe!" Ma il figlio del, all'udire tali scortesie, le fulmino' con lo sguardo. "Tutte possono provare!" dichiaro' facendo cenno a Cenerentola di passare avanti. Cosi' ella si sedette e il principe le infilo' delicatamente la scarpetta.
E, non ci credereste mai, la scarpetta le calzava a pennello!
"Ma come...?" il principe rimase a bocca aperta, guardando la fanciulla vestita di stracci. "Com'e' possibile che tu sia la mia splendida creatura?". E fu allora che Cenerentola estrasse dalla tasca del suo cencioso vestito la seconda scarpetta di cristallo, calzandola nell'altro piede. Mentre le sorellastre si pietrificavano dall'orrore, apparve dal nulla la fata madrina che tocco' con la sua bacchetta la spalla di Cenerentola. Improvvisamente, la ragazzina sporca di cenere si ritrovo' indosso gli abiti piu' eleganti e tutti furono d'accordo nel dire che era la creatura piu' bella che avessero mai visto.
Il principe la prese per mano e la guido' in un valzer proprio li' davanti a tutti. "Sposami! - le disse quando dovettero fermarsi per le vertigini - Ora che ti ho trovata, amore mio, non ti lascero' andare fino a quando non avrai accettato di diventare mia moglie!"
Cenerentola gli sorrise e gli rispose di si', e fu cosi' che si sposarono quello stesso giorno. Ella permise alle sorellastre invidiose di farle da damigelle d'onore, alla matrigna sbalordita di guidare il corteo e al suo fiero padre di condurla all'altare. Ora e' la regina di tutto il Paese.
precedente home successivo