Donne Cantastorie
I Patachitra delle donne indiane Patua

13 dicembre 2012




Rabindranath Tagore

Poeta, prosatore, drammaturgo, musicista e filosofo indiano, nacque a Calcutta nel 1861 e morì a Santi Niketan, Bolpur nel 1941.
Profondo conoscitore della lingua inglese, tradusse in seguito le opere che prima aveva scritto in bengali. Fu il poeta della nuova India, moderna e indipendente, per la quale lottò non solo con le sue opere e con le sue iniziative di carattere sociale, ma anche con il suo fiero comportamento politico. Scrittore di brani musicali, si occupò della danza indiana e di pittura riscotendo notevole successo sia a New York che in Europa.
E' soprattutto grande come poeta lirico, il cui pensiero, ispirato ad alti concetti filosofici e religiosi, lo pone tra i più grandi poeti mistici del mondo. Le più famose liriche gli valsero l'assegnazione del premio Nobel per la letteratura nel 1913.
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Ravi Shankar

Ravi Shankar nasce nel Benares, India, il 7 aprile 1920.
Si esibisce per la prima volta nel 1939; dopo aver terminato il suo apprendistato musicale nel 1944, incomincia a lavorare scrivendo sia brani per film - come "Gandhi" di Richard Attenborough - e balletti sia muovendo i primi passi nel mondo discografico grazie alla collaborazione con una filiale indiana della casa discografica HMV. Negli anni Cinquanta diventa direttore di All India Radio. Proprio in questo periodo la sua musica comincia ad essere meglio conosciuta anche fuori dalla patria, per esempio attraverso l'esibizione presso il Royal Festival Hall in Inghilterra. Shankar è anche uno degli artisti che suonano a Woodstock nel 1969 e due anni dopo assieme all'amico George Harrison organizza il Concerto per il Bangladesh. La collaborazione con l'ex Beatles procede: per esempio l'artista indiano suona assieme a lui nei concerti del tour americano del 1974, mentre nel 1997 realizzano un album intitolato CHANTS OF INDIA.
A seguito della morte di Harrison nel 2001, Shankar, sua figlia Anoushka altri amici e colleghi - tra cui Paul McCartney, Ringo Starr, Jeff Lynne, Eric Clapton, Tom Petty,e Billy Preston - organizzano il Concert for George a Londra.
Spesso critico nei confronti del mondo occidentale per come esso percepisce la musica indiana, Shanker scrive due concerti per sitar e orchestra, composizioni per violino e sitar, nonch´ altri componimenti per strumentisti di fama internazionale come il maestro dello shakuhachi - una sorta di flauto giapponese - Hozan Yamamoto.
Il suo disco TANA MANA realizzato nel 1987 è uno dei più importanti dischi new age, grazie alla combinazione tra strumenti tradizionali e musica elettronica. Nel 2004 Shankar partecipa alla composizione delle parti per il sitar nel disco del compositore classico Philip Glass dal titolo ORION.
Il 21 aprile 2008 esce l'ultimo lavoro MORE FLOWERS OF INDIA.
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La splendida arte informativa dei patachitra indiani


Era l'ottavo secolo d.C. quando, in alcuni territori dell'India orientale, prendeva forma la meravigliosa avventura artistica e culturale dei Patachitra.
Proveniente dall'unione, in sanscrito, delle parole Patta, che significa pezzo di stoffa e Chitra, cioè immagine, questa sorta di “papiro disegnato” era anticamente un sistema per replicare icone sacre:
le copie, allora come oggi, venivano affidate a degli artisti locali, i cosiddetti Chitrakar(o Patua), che ancora oggi sono considerati i veri custodi di quest'arte.
Ma i Patachitra, ormai da molto tempo, sono molto più di una semplice immagine religiosa.
La loro funzione principale è infatti il racconto, e ci si può riferire ad essi come a dei veri e propri dipinti cantati in grado di raggiungere i moltissimi analfabeti purtroppo ancora presenti nel Paese.
Queste coloratissime strisce di carta e tessuto dipinte a mano, opera esclusiva delle donne Patua, vengono srotolate svelando poco per volta le immagini che racchiudono, e mostrando, come in un moderno fumetto, sequenze cariche di significato. Il tutto è accompagnato dal racconto cantato delle Chitrakar, che ne illustrano il contenuto con un alta partecipazione emotiva.
Se un tempo però le tematiche affrontate riguardavano soprattutto aspetti religiosi, la natura e alcuni brani tratti da poemi epici indù, con l'avvento dei nuovi mezzi di comunicazione e il diffondersi delle notizie, si è iniziato a rappresentare anche eventi d'attualità di rilevanza mondiale, come la tragedia dello tsunami del 2004 o gli attentati dell'11 settembre.

A questi temi, si è poi aggiunto un interesse verso problematiche ancora enormemente influenti nella debole struttura sociale dell'immensa India. In particolare, grazie anche ai Patachitra, è aumentata la consapevolezza delle ingiustizie subite ancora oggi dalle donne, e si è iniziato a raccontare storie che vanno dalla diffusione del virus dell'HIV in India, alla disparità dei diritti tra uomo e donna sino, ad esempio, alle proteste dei contadini di Nandigram, nel 2007-2008, contro le espropriazioni delle terre, in cui ha giocato un ruolo fondamentale proprio un movimento femminile locale.
L'impatto dei Patachitra è unico, oltre che di prim'ordine anche a livello artistico. Una tecnica millenaria, fatta di elementi naturali come i colori che ne disegnano le simboliche figure, nell'epoca dell'immediatezza dell'informazione è infatti in grado di coinvolgere e sensibilizzare chi, a questa informazione, non ha ancora avuto accesso, contribuendo al progressivo miglioramento delle condizioni di vita di migliaia di persone.
Dopo aver attraversato dodici secoli di avvenimenti, le Chitrakar ( cognome di tutti gli artisti nel villaggio di Naya, nel Bengala Occidentale, dopo l'avvento della dominazione islamica dei Moghul) sono ancora lì a raccontare le loro storie, insieme, Chitrakar induiste e musulmane, convivendo pacificamente e lavorando gomito a gomito aldilà delle differenze religiose, per la loro arte. E lo fanno con piglio documentarista e passione da moderne reporter, consapevoli che tra i colori sgargianti delle loro stoffe si nascondono possiblità di futuro tutte da coltivare.
(da http://sanguevivo.wordpress.com